intestazione bordo ridotta

Colobraro

 

Una terra di mezzo a 655 m. slm.

 

 

Gli occhi inizialmente intenti a scrutare le lontananze del Massiccio del Pollino, a seguire poi il greto bianco del Sarmento sino a quando questo di congiunge con il Sinni, per ritornare sulle alture che separano Calabria e Basilicata - Lucania sino a perdersi di nuovo, questa volta nelle acque dello Jonio.

Questa è la suggestiva e ospitale Colobraro.

 

                  

 

 

Le notizie circa l'etimologia di questo centro sono varie e tra loro controverse:

per alcuni deriva da Colubrano, sfortunato scudiero del barone di Caffe della Terra di Caserta;

per lo storico Racioppi deriva da Colubrarium, ad indicare un luogo infestato dai serpenti.

Secondo altri, l'origine di Colobraro risale intorno al Mille e deriva precisamente da un Cenobio di monaci Basiliani, che in quel periodo si stabilirono nelle zone limitrofe al fiume Sinni, ad iniziare dai pianori di Trisaiam sotto Rotondella.

Altri ancora, ritengono, che la sua origine risalga a tempi molto più lontani.

 

 

 

 

 

Sul luogo della vecchia chiesa dell'Annunziata, sorge ora la nuova chiesa in stile moderno e con linee architettoniche di grande interesse, opera dell'architetto Nicola Pagliara. Numerose sono poi le cappelle, più o meno vicine al centro abitato: San Rocco, San Vito, S. Maria d'Andria. In località Sirianni, (un'area boschiva vicino l'abitato), si trova la Cappella della Madonna del Bosco.

 

 

 

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